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Chi l'ha detto che movimento e videogiochi non vanno d'accordo? Alla scoperta degli exergames

Uno dei luoghi comuni più resistenti riguardo ai videogiochi è che non siano di stimolo all'attività fisica. C'è però una categoria di videogiochi nati proprio per questo: gli exergames. Validi studi scientifici dimostrano la loro validità per la cura di alcuni problemi di salute

Esistono tanti pregiudizi riguardo ai videogiochi. Uno dei più duri a morire è che questi costringano il giocatore a rimanere incollato al divano per l’intera sessione di gioco, magari anche adottando una postura tutt’altro che corretta.

Sebbene non si possa negare che questo accada in svariati casi, è sbagliato dichiarare che alla passione per i videogiochi corrisponda inevitabilmente una vita sedentaria. Non solo, infatti, la maggioranza dei gamer soprattutto di un certo livello dà molta importanza alla salute del proprio corpo (leggi Il videogioco che crea lavoro), ma esiste una classe di videogiochi, gli exergames, che mirano a coinvolgere attivamente il giocatore in un'attività fisica. L'obiettivo? Promuovere il benessere e incoraggiare al movimento soggetti che praticano stili di vita sedentari.

Gli exergames si basano su una tecnologia in grado di tracciare i movimenti e le reazioni del corpo. Tentativi di dar vita a questa categoria di videogiochi sono già rintracciabili a partire dagli anni ’80. Il primo sistema di exergaming rilasciato sul mercato fu il Computrainer del 1986, che univa gioco e allenamento attraverso l’utilizzo di un computer da collegare alla propria bicicletta.

Computrainer del 1986
Il Computrainer del 1986

Altre innovazioni si sono poi susseguite negli anni ’90, ma è a partire dal 2010 che gli exergames hanno registrato una vera e propria accelerazione. Il 2010 è infatti stato l’anno di uscita del sensore Kinect, accessorio Microsoft in grado di liberare il giocatore dal vincolo del joypad, rilevando esclusivamente il movimento dell’utente.

Negli anni successivi, soprattutto console come XBOX e WII, hanno promosso la diffusione dell’exergaming, con servizi come XBOX Fitness e WIIFit, entrambi lanciati nel 2013.

Al di là dell’aspetto innovativo e divertente di questi videogiochi, che permettono di compiere attività fisica nel proprio salotto di casa, ciò che realmente colpisce sono gli studi scientifici svolti sugli exergames che rivelano come questi possano essere strumenti validissimi per curare problematiche di salute molto diffuse.

Una di queste è l’obesità. Uno studio americano del Journal of Physical Activity and Health è partito dal fatto che circa il 69% degli americani è in sovrappeso o obeso. Questo è dovuto principalmente al poco rispetto di moltissimi americani verso le linee guida riguardanti l’attività fisica raccomandata dall’American College of Sports Medicine (ASCM), autorità mondiale in fatto di fisiologia e clinica dell’esercizio fisico, che dal 1954 promuove la salute attraverso la scienza, l’istruzione e la medicina.

Lo studio in questione ha assegnato a un certo numero di partecipanti, tra bambini, ragazzi e adulti, determinati exergames, dal fitness aerobico a giochi di simulazione di danza o giochi di ciclismo interattivo. Quello che è emerso dallo studio è che l’exergaming può aumentare il dispendio energetico a livelli che soddisfano le linee guida raccomandate dall’ASCM per la salute e il fitness. Una delle conclusioni dello studio è che gli exergames rappresentano una strategia potenzialmente importante per la riduzione dell’obesità.

Ma l'exergaming non fornisce solo un supporto in questo senso. Gli exergames, detti anche “videogiochi attivi”, possono rivelarsi strumenti fondamentali per la salute di una categoria di persone che è meno solita essere associata all’utilizzo di videogiochi, ovvero gli anziani.

Uno studio condotto da Cay Anderson-Hanley, associata di psicologia dell’Union College (USA), pubblicato nel 2018 su Frontiers in Aging Neuroscience ha messo in luce come l’attività di exergaming possa aiutare le persone anziane che vivono un deterioramento cognitivo, anche tra i più duri, come l’Alzheimer. I dati finali della sperimentazione sono stati molto incoraggianti: nei partecipanti è stato riscontrato un miglioramento delle funzioni esecutive e della memoria verbale, tanto che l'autrice dello studio ha affermato che gli exergames «sono un’arma in più nell’arsenale di rimedi per combattere questa malattia crudele». 

Oltre a combattere il deterioramento cognitivo, secondo un'altra ricerca pubblicata nel 2016 su Jove Journal, questa categoria di videogiochi genera benefici tangibili anche su pazienti affetti da immunodeficienza, permettendo loro di migliorare l’equilibrio e la percezione del dolore, riducendo limitazioni funzionali e migliorando la qualità della vita.

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