top of page
  • Immagine del redattoreSonia Bertinat

Pericolo? No, a volte è solo panico morale

Troppo spesso gli strumenti tecnologici che utilizziamo vengono additati come pericolosi, come se, eliminandoli dalle nostre vite, molte difficoltà dei nostri ragazzi si potessero facilmente risolvere


Com'è facilmente comprensibile, sono innanzitutto i più giovani a essere danneggiati dalla diffusione della paura nei confronti del progresso tecnologico. Se, infatti, gli strumenti innovativi sono guardati con diffidenza, sarà molto difficile che essi siano inclusi in modo efficace e produttivo nella didattica scolastica, ad esempio, o, semplicemente, che siano accolti serenamente nel quotidiano delle famiglie. Ma dal punto di vista delle professioni future, si tratta di strumenti indispensabili. Non consentire ai ragazzi di familiarizzare con esse, pur con le dovute cautele, fin dall'infanzia, potrebbe significare negare loro una marcia in più.

Può accadere, certamente, che vi siano casi di disagio collegati all'uso della tecnologia, ma non causati dalla tecnologia stessa. Spesso, non mi stanco di ripeterlo, la tecnologia è solo un mezzo in cui incanalare un disagio. E allora perché il più delle volte incappiamo in servizi giornalistici a carattere allarmistico sui fenomeni più disparati?

Innanzitutto, c'è da dire che tutto questo avviene da sempre, non capita oggi per la prima volta. Nel suo testo, Danah Boyd[1] riporta alcuni esempi. Ne citiamo un paio:

“Molti erano preoccupati, quando fu introdotta la macchina da cucire, che il movimento in su e in giù delle gambe delle donne avrebbe avuto conseguenze sulla loro vita sessuale”
“Il walkman, il mangianastri portatile, era considerato un dispositivo malvagio che avrebbe incoraggiato a scomparire ognuno nel suo mondo, separato e incapace di comunicare con gli altri”

Qualsiasi innovazione può suscitare allarmismo perché trasforma il mondo che conosciamo in una direzione ignota. Questo può suscitare paura, innescando il panico morale.


Cos’è il panico morale?


Secondo Stanley Cohen, le fasi del panico morale sono cinque:

  • Qualcuno, qualcosa o un gruppo sono considerati dai più come una minaccia alle norme sociali o agli interessi della comunità

  • La minaccia viene quindi racchiusa in un simbolo o con una forma semplice e riconoscibile dai media

  • La rappresentazione di questo simbolo desta preoccupazione pubblica

  • C'è una risposta da parte delle autorità e dei responsabili politici

  • Il panico morale sul problema si traduce in cambiamenti sociali all'interno della comunità

Figura 1 Le fasi del panico morale

Le caratteristiche del panico morale sono:

  • Preoccupazione per un effetto negativo sulla società

  • Ostilità che dà vita a una divisione tra un loro e un noi

  • Consenso: si crea una diffusa e comune accettazione della minaccia per la società di quel gruppo o strumento. Emergono i “difensori morali” della società per tutelare tutti

  • Disproporzionalità: le azioni messe in campo per contrastare il pericolo non sono proporzionate all’entità della presunta minaccia

  • Volatilità: le paure scompaiono velocemente dall’opinione pubblica per essere sostituite da altre

Figura 2 Le caratteristiche del panico morale

Tenendo a mente le caratteristiche del fenomeno "panico morale", possiamo evitare di farci coinvolgere da esso acriticamente come genitori e insegnanti, mantenendo così uno sguardo oggettivo sulle cose e cercando soluzioni che possano aiutare davvero i nostri ragazzi.

[1] Danah Boyd, It’s complicated: La vita sociale degli adolescenti del web, Castelvecchi, 2014

bottom of page